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Nel Pisano “aScuola con le ali”

Il progetto “aScuola con le ali” nasce a Vicopisano (Pisa) per dare risposta a esigenze e bisogni concreti di bambini reali. Scopriamo di cosa si tratta.

A dare vita al progetto “aScuola con le ali” a Vicopisano è stata l’associazione “altaMente differente”.

«Ciascun bambino ha le sue specificità e caratteristiche, peculiarità e differenze da nutrire e supportare con pienezza e rispetto» spiega Manuela Cianella che fa parte del progetto. «La nostra iniziativa ha preso progressivamente forma dall’ascolto diretto dei bambini: i metodi, la programmazione didattica quotidiana e le attività pedagogiche si sono costruite naturalmente, giorno dopo giorno, dando vita ad una pratica di scoperta e costruzione personalizzata dell’apprendimento».
«“aScuola” ha due anime che si interconnettono e collaborano insieme per il singolo bambino e per il gruppo – prosegue Manuela – La conoscenza e gestione degli equilibri emotivi e relazionali si unisce alla comprensione dei processi cognitivi sempre diversi che caratterizzano ciascuno di noi. Trovare le strategie didattiche e pedagogiche è il passo successivo, necessario alla realizzazione del singolo percorso. “aScuola con le ali” è quindi diventato un progetto educativo complesso per bambini dai 5 ai 14 anni. L’assenza di voti, la molteplicità di laboratori tecnico-pratici, le uscite – finalizzate e non – in ambienti naturali o culturalmente riconosciuti, insieme a molte delle attività quotidianamente svolte aScuola, non rappresentano lo scopo del progetto, ma sono conseguenze dell’attenzione posta sul singolo bambino e sui suoi bisogni, rispetto ai quali tutto si costruisce. Anche le metodologie teorico-scientifiche subiscono continui approfondimenti e aggiornamenti come conseguenza necessaria del trovare risposta alle domande che la pratica educativa quotidiana impone».

«Rispetto ad un ambiente esterno che tende ad appiattire desideri e abilità, oscurando la capacità di percezione consapevole di se stessi e del mondo in cui viviamo, aScuola cerca di valorizzare i talenti sempre diversi che ciascuno bambino possiede. Lavoriamo quotidianamente ispirandoci al pensiero di Bruner, Montessori, Don Milani e altri pedagogisti.  Crediamo anche nell’importanza della pratica e del fare come strumento fondamentale dell’apprendimento.  Il contatto diretto con l’ambiente e la natura sono inoltre parte integrante della didattica dell’aScuola. Tutto questo è nato e ha preso forma dal principio basilare della differenziazione come risposta alle diverse esigenze dei bambini. Dunque una pedagogia basata sul principio della curiosità e della scoperta, e sviluppata attraverso una metodologia di piena differenziazione della didattica in base alle esigenze di ciascun bambino».

L’Associazione altaMente differente
L’associazione si definisce una vera e propria officina pedagogica, che aspira ad essere un punto di riferimento per la neurodiversità, concetto ad oggi troppo spesso limitato entro gli stretti confini di classificazioni diagnostiche – quali dislessia, discalculia, sindrome di Asperger (autismo ad alto funzionamento), ADHD, APC (alto potenziale cognitivo), e molte altre – ma inteso dall’Associazione come variabilità genetica umana da valorizzare nelle sue specificità.
«Con neurodiversità si intende un modo diverso di pensare, sentire, esperire, comportarsi e quindi anche di apprendere. Un concetto neutro che, a seconda delle situazioni, può far emergere difficoltà, opportunità o talento – spiega Manuela Cianella – L’obiettivo dell’associazione è duplice: da un lato diffondere la cultura della neurodiversità attraverso progetti, convegni e momenti formativi rivolti a famiglie, scuole e professionisti che possano necessitare di informazione specifica sull’argomento; dall’altro supportare bambini, adolescenti, adulti e nuclei familiari attraverso interventi educativi personalizzati. Operiamo ad un livello pratico, quotidiano, allo scopo di porre bambini e adulti nelle condizioni di vivere della propria diversità, intesa come possibilità e non come limite o disturbo».

Le ideatrici del progetto: Manuela Cianella e Giulia Cavallo
L’Associazione altaMente differente nasce dall’incontro di due donne, di due percorsi di vita divergenti: Manuela Cianella e Giulia Cavallo. Storie diverse hanno condotto e contribuito al delinearsi di sogni e obiettivi comuni: la possibilità di immaginare e costruire percorsi pedagogici ed educativi per bambini ed adulti basati sulla complessità e diversità di ogni singolo individuo.
«L’accettazione e la consapevolezza sono la base imprescindibile da cui ciascuno muove, alla ricerca di un proprio percorso di vita, autonomo, libero e differente nelle scelte quanto nelle opportunità da saper cogliere – spiegano Manuela e Giulia – Ci siamo incontrate e conosciute da poco meno di un anno, grazie alla provvidenziale insistenza e lungimirante intuizione di Davide, un amico comune. Il nostro incontro ha immediatamente innescato un vulcanico delinearsi di sogni e progetti comuni, pur nella sostanziale diversità di formazione, esperienze e percorso di vita. Una base comune, la limpida consapevolezza di esperire quotidianamente la vita nella differenza definita culturalmente dalla parola “neurodiversità”, ci ha permesso di confrontarci ed immaginare un luogo, un tempo ed uno spazio all’interno del quale le singole specificità di ciascun individuo potessero diventare un valore e creare opportunità di crescita e cambiamento. Così è nata l’Officina, dapprima come sogno, pura proiezione teorica dei nostri desideri ed aspirazioni, ed ora come realtà calata nella pratica quotidiana del confronto con le complesse e mai lineari caratteristiche che l’incontro con il singolo individuo impone. Consideriamo quindi l’Officina come quello spazio, fisico ma anche teorico e mentale, all’interno del quale ciascuno possa imparare prima di tutto ad immaginare, poi a vedere concretamente ed infine a costruire gli strumenti più adatti alla propria realizzazione in quanto individuo dotato di specificità non sempre facilmente definibili e classificabili».

Giulia Cavallo

«Di origini friulane, vivo in Toscana da quando avevo 20 anni. Laureata in lettere moderne con percorso storico artistico, per molto tempo mi sono prevalentemente dedicata all’ideazione, realizzazione e gestione di progetti culturali ed editoriali per Enti pubblici e privati, oltre alla stesura e pubblicazione di saggi e testi scientifici in ambito storico critico. Nel frattempo, possedendo tutti i titoli necessari all’insegnamento e continuando ad imbattermi casualmente in bambini e ragazzi che, a modo loro, chiedevano il mio aiuto, ho cominciato ad approfondire, attraverso la frequenza di corsi e master di specializzazione, tematiche legate all’apprendimento, dapprima riguardanti la dislessia, successivamente l’autismo ad alto funzionamento e quindi altre forme di neurodiversità, ciascuna con le proprie potenzialità e difficoltà. Si è trattato di una serie di incontri fortuiti con bambine e bambini, ragazze e ragazzi che mi hanno costretta a formarmi continuamente, ad approfondire e cercare strumenti, metodi ed idee sempre nuovi, da tagliare e disegnare ogni volta in modo diverso. Sono quindi ormai alcuni anni che lavoro nel campo educativo,  affrontando ogni singolo incontro come se si trattasse di osservare un panorama sconosciuto, da dipingere e tratteggiare insieme con colori e forme sempre nuovi, sempre diversi. Nulla è scontato quando si incontra un bambino o una bambina, per questo preferisco immaginare me stessa più come uno strumento che loro possano piegare alle loro necessità che come portatrice di un sapere teorico o metodologico, comunque imprescindibile. Quindi il mio lavoro consiste principalmente nel mettere a disposizione le mie conoscenze teoriche e pratiche, le mie fragilità e le mie abilità, le mie potenzialità ed i miei errori, senza offendermi se il bambino o la bambina li userà in modi lontani e diversi dal mio sentire. L’obbiettivo è sempre e comunque puntato sull’individuo ed ogni mio passo ha senso solo se funzionale alle sue necessità di vita libera, criticamente cosciente e autonoma. Infine, il confronto quotidiano con bambine, bambini e adulti definibili come neurodiversi mi ha portata ad affrontare e scoprire la mia stessa diversità. La consapevolezza della differenza è quindi diventata un punto di partenza necessario, attraverso il quale meglio comprendere ed sostenere persone la cui differenza si declini in modo diverso dal mio».


Manuela Cianella

Di origini milanesi, vivo in Toscana da alcuni anni insieme a mio marito ed ai miei due figli, due splendide ed energetiche creature che da una parte mi hanno costretta ad affrontare tutte le mie contraddizioni e dall’altra mi hanno permesso di riscoprire ed amare la mia stessa identità. Laureata in filosofia ad indirizzo psico-pedagogico con esperienza di livello professionale in alta formazione, sono attualmente impegnata nel conseguimento di una seconda laurea specialistica in psicologia. Negli ultimi anni, inoltre, ho potuto specializzarmi in protocolli educativi, riconosciuti a livello internazionale, per l’educazione cognitivo affettiva che, nella nella messa in opera con gruppi e singoli, si sono rivelati estremamente utili sia per bambini sia per adulti. Il mio percorso di scoperta e approccio alla neurodiversità nasce proprio dal confronto con la mia famiglia, le cui caratteristiche e specificità mi hanno indotta ad approfondire tematiche educative adeguate alla loro piena realizzazione come persone, oltre ad elaborare strategie e prassi educative che sappiano declinare a piccoli passi, percorribili nel quotidiano, il percorso a lungo termine a loro più consono. Lo sguardo attento che ho dovuto volgere verso i miei figli mi ha indotta naturalmente ad osservare la realtà e le persone che mi circondano con maggiore attenzione e, quindi, a rendermi conto delle necessità e bisogni di molte famiglie, di altrettanti bambini e di numerosi adulti che percepiscono la differenza come isolamento e mancanza. Ho quindi reputato essenziale condividere il valore fortemente innovativo del concetto di diversità, o neurodiversità, intesa come opportunità ed espressione di potenzialità all’interno di un ambiente che sappia valorizzare le specificità del singolo. La stessa consapevolezza e accettazione piena della mia singolarità di essere umano è stata quindi un punto di partenza per condividere quanto da me appreso, nella convinzione che “il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente”.

 

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